Me...

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mercoledì 25 aprile 2012

I 5 "must to know" del fazzoletto da taschino

Indossare un fazzoletto da taschino per un uomo significa rendersi sicuramente più interessanti agli occhi altrui ma anche attirare l'attenzione. Per non sbagliare ecco le cinque regole fondamentali da ricordare: 

  1. Splendido complemento dell'abbigliamento la "pochette" maschile può essere indossata con qualsiasi tipologia di giacca inserendola nel taschino in alto a sinistra.
  2. Essendo un accessorio versatile può essere indossata sia di giorno che di sera adeguandone la foggia e il tessuto all'abito.
  3. Dovrà essere di colore diverso rispetto alla cravatta, se indossata e non fuoriuscire mai eccessivamente dal taschino.
  4. Questo piccolo lembo di stoffa dovrà essere ben stirato e sapientemente piegato utilizzando una delle innumerevoli piegature disponibili, ben ricordando che le forme più creative dovrebbero essere riservate alle occasioni di informale eleganza.
  5. Gli inglesi dicono: "One for show, one for blow" ovvero mai utilizzare il fazzoletto da taschino per soffiarsi il naso. Sarebbe una caduta di stile imperdonabile!


Aggiungo che negli eventi nei quali sia previsto il fiore all'occhiello (o nel caso lo si voglia indossare) non esistono stringenti regole di etichetta che prevedano l'eliminazione dell'uno a favore dell'altro. Personalmente trovo che per indossare entrambi questi dettagli sia necessario lo charme e l'attenzione al particolare di Humphrey Bogart, quindi... attenzione al "too much"!

Giorgia 



lunedì 23 aprile 2012

Le 7 regole d'oro per fare una cena a cinque stelle


Pubblicato: 23 apr 2012 da Barbara




  • L’attenzione nei confronti dell’ospite, che parte con la scelta degli invitati. Questi devono essere ben coordinati tra loro e ognuno deve conoscere almeno un’altro invitato
  • Il menu, che deve essere legato alla stagione e ancora meglio al territorio e infine ci vuole una tavola apparecchiata come si deve.
  • Seguire il modo giusto per disporre piatti e posate magari mixando i bicchieri nuovi con le ceramiche antiche o l’argenteria (vedi foto sopra).
  • Usate una tovaglia perfettamente stirata (tirate fuori la più bella che avete senza timore).
  • Fondamentale lo spirito della padrona di casa, che dovrà essere serena e rilassata.
  • Gli ospiti vanno accolti offrendo loro da bere, e animando il dialogo tra i commensali senza mai lasciarli soli.
  • Vietatissimo assentarsi per più di un quarto d’ora o peggio alzarsi da tavola se non strettamente necessario (il segreto anche qui è organizzarsi per tempo con l’aiuto di una persona di servizio oppure con un carrello portavivande).


  • Il lusso è un atteggiamento. Se volete organizzare una cena molto speciale e stupire i vostri ospiti più importanti non vi basterà un abito elegante o una pietanza ultraraffinata, il contesto è fondamentale e ci sono delle regole precise che se seguite, alzeranno di netto il livello della serata; sono i dogmi del bon ton contemporaneo, che abbiamo chiesto alla super esperta Giorgia Fantin Borghi alla lezione di galateo che abbiamo seguito al Four Seasons Hotel di Milano. Ecco a voi le regole d’oro per non sfigurare allora, perchè muoversi tranquilli e sereni nelle grandi occasioni significa conoscere quei comportamenti che vi faranno sentire a vostro agio anche con le persone più altolocate:
    E l’ospite? Anche lui/lei deve prepararsi un minimo, informandosi sugli interessi dei padroni di casa per alimentare così una conversazione sinceramente interessata; mentre sul modo di stare a tavola troverete molti preziosi suggerimenti di Giorgia, con gli articoli imperdibili su come lasciare le posate nel piatto e la deliziosa guida semiseria a come mangiare i cibi difficili.
    Leggete l'articolo originale su DeluxeBlog

    lunedì 16 aprile 2012

    La borsa che fa lo stile ma anche il bon ton

    Indispensabile accessorio per ogni donna, la borsa è divenuta un elemento di grande riconoscibilità, un segno distintivo dello stile di signore e signorine che spesso affidano a questa una parte consistente della propria esistenza.
    E' usuale che la borsetta, di misura variabile certamente, contenga oltre al portafogli (la cui mole è spesso determinata dalla borsa medesima) anche una certa quantità di elementi indispensabili alla sopravvivenza cittadina di ogni giorno: mezzi di comunicazione e intrattenimento (telefoni,  i-Phod); fattore "beauty" (spazzola, rossetto, rimmel...) senza dimenticare i "salvavita" femminili legati alle innumerevoli e differenti occasioni della vita, dal calo di zuccheri all'incontro amoroso estemporaneo. Ma, tralasciando le questioni meramente pratiche e quelle sfacciatamente glamour, sappiamo esattamente quale sia il galateo della borsetta?
    La più stringente eleganza femminile imporrebbe la grandezza di questo complemento dell'abbigliamento femminile inversamente proporzionale all'orario di utilizzo, leggesi: più di buon'ora si utilizza questo accessorio maggiori potranno essere le sue dimensioni, ma più si proseguirà nella giornata e più ridotti dovranno divenire anche i volumi della nostra fedele alleata di femminilità.
    Ecco dunque apparire borse e borsosi nel più fantasmagorico stile "mi porto in giro anche la casa" per essere certi di non dimenticare proprio nulla. Idea questa affatto trascurabile anche se molto spesso si potrebbe dare più l'impressione di essere in partenza per il week end, più che per raggiungere il posto di lavoro.
    Le meravigliose business bag moderne poi, leggere e capienti ma non eccessive, consentono a tutte le signore  di portare con loro un gran numero di carte e cianfrusaglie di vario tipo, mantenendo però, oltre ad un aspetto per così dire modaiolo, anche e soprattutto una postura gradevole, evitando l'effetto "torre di Pisa" dovuto al peso eccessivo di una borsa esosa. Per il pomeriggio sono indicate le così dette "borse da passeggio", quelle meravigliose e costosissime creazioni che gli stilisti più in voga ci hanno sempre propagandato come irrinunciabili. 
    Così largo ai modelli con manico corto da portare a mano o appese all'avambraccio, stando molto attente a dove si appoggino per non vedere sfumati in pochi istanti i sacrifici di mesi di lavoro. In questo caso il bon ton ci salva prescrivendo che una borsetta mai e poi mai va appoggiata in terra.
    Finiamo dunque con le ore notturne, quando il calare del sole e le luci soffuse della città ci incoraggiano ad un abbigliamento più adeguato agli incontri serali. In questo caso il galateo prescriverebbe di eliminare tutti i manici dalle borsette (a meno che questi non siano composti a forma di bracciale, adatti ad essere calzati al polso) e mantenere solo modelli di ridotte dimensioni, anche se di differenti fatture.
    Seguiremo poi le regole del bon ton e menterremo sempre la borsa stretta nella mano sinistra perchè la destra rimanga pronta a stringerne altre in affettuosi saluti o a sorreggere il nostro drink preferito.
    A tavola appoggeremo la borsetta su di uno sgabello apposta, se presente, oppure la posizioneremo in un angolo comodo appena dietro alla schiena, se ciò non fosse possibile per rischi di cadute rovinose della clutch la manterremo in grembo, sotto al tovagliolo.
    Vale ancora la vecchia regola dell'abbinamento borsa-scarpe
    Io dico... assolutamente sì perchè è molto meglio un dettaglio curato in più che uno in meno, nessuno ci bada ma tutti lo notano!

    domenica 8 aprile 2012

    Pasqua con il sapore d'altri tempi

    Inaugurato nell'estate del 1904 ed ufficialmente entrato in servizio il 28 settembre 1904,  l'ex piroscafo "Milano", ora motonave, conobbe uno dei suoi maggiori momenti di gloria il 14 maggio 1912 in corsa speciale imbarca a Villa Carlotta la duchessa di Weimar, abbiatica del duca Giorgio di Meiningen, portandola a Como. Per l'occasione il piroscafo viene ormeggiato direttamente alla scalinata della villa, opportunamente approntata. 
    Anche a Pasqua 2012 il "Milano" solca le onde mosse da un imponente vento di Tivano. 
    Una delle meraviglie del lago di Como.

    mercoledì 4 aprile 2012

    L'orologio nel piatto (ovvero la posizione delle posate quando si mangia)

    In fatto di buona educazione, come si sà, gli usi si modificano notevolmente con l'andare dei secoli. Abitudini ben radicate del secolo scorso sembrerebbero oggi, non solo un po' obsolete, ma addirittura completamente fuori luogo. 
    Nelle regole del galateo, materia quindi elastica e flessibile (al contrario di cerimoniale e protocollo), vi sono però alcune ragioni di fondo che ne identificano la nascita e l'utilizzo, sempre per un unico scopo: il miglioramento della cooperazione sociale e quindi della vita stessa, essendo noi non eremiti in luoghi sperduti e dimenticati, ma parte di un contesto che in qualche modo ci contiene.
    A questo proposito parliamo di "orologio nel piatto" ovvero di quelle regole della tavola che descrivono le corrette posizioni delle posate quando si mangia. 
    Nei trattati di galateo e bon ton si trova un po' di tutto, com'è lecito che sia, ma in realtà le norme esistono per alcune specifiche ragioni. Vediamo nel dettaglio.
    Posizione delle postate nel piatto - La pausa
    Se durante il pasto di vuole fare una pausa, ad esempio per bere, mangiare un po' di pane o servirsi di altro, e le posate sul piatto fossero due, ad esempio coltello e forchetta, la posizione corretta del coltello durante questo intervallo dovrebbe essere con il manico  appoggiato a destra, sul piatto, ad ore 16 con la lama rivolta verso il centro del piatto stesso. La forchetta invece dovrebbe essere posizionata con il manico appoggiato a sinistra ad ore 20, sempre sul piatto, con i rebbi (ovvero le punte) rivolti verso il basso a formare una sorta di piramide, accostandoli alla punta del coltello ma senza formare una X. Questo segnale convenzionale significa che non abbiamo terminato il nostro pasto ma che, per l'appunto, ci stiamo concedendo una pausa. 
    Posizione delle postate nel piatto - Fine pasto
    Per concludere il pasto entrambe le posate dovrebbero essere posizionate con il manico appoggiato al piatto ad ore 18,30: il coltello starà a destra con la lama all'interno e la forchetta a sinistra con rebbi rivolti verso l'alto. 
    La ragione del posizionare le posate ad ore 18,30 (e non ad ore 16,20 come comunemente si crede) sta nella possibilità di agevolare il cameriere, o chi ci aiuta in tavola, nello sbarazzo del piatto medesimo cosa che con il posizionamento ad ore 16,20 avverrebbe con meno facilità.  
    Il problema si porrebbe inoltre quando la posata da riporre fosse unica, un solo cucchiaio ad esempio. In questo caso se lo posizionassimo a destra, ad ore 16,20 anche solo per attendere qualche minuto prima di terminare la pietanza, il segnale risulterebbe ingannevole
    Da ricordare dunque di non appoggiare mai i manici delle posate sulla tovaglia perchè, come diceva la mia nonna Wanda, "Per le regole del galateo c'è sempre un perché".